Autore: TEOBALDO RICCI
Edizioni: PORZIUNCOLA
Chi prega vive un dramma di rapporto con un essere mille volte a lui superiore; ma come in tante altre circostanze l’apparente semplicità dell’atto nasconde, ma poi se si vuole rivela, una complessità e una variabilità interna insospettata. Essa può infatti essere salda persuasione in ciò che si fa, oppure estrema risorsa a cui ricorrere in casi disperati. Può essere tradizione cominciata per iniziativa di un educatore e poi praticata solo per affezione ad un patrimonio ereditario, oppure al contrario avventura mai conclusa, perché il più ha sempre da accadere. Può essere finzione di colloquio con un altro, mentre in realtà è solo parlare di sé a se stessi, oppure appassionato inseguimento di persona sempre presente e mai completamente posseduta. Può essere sentimento di vaga e generica religiosità o costante motivo di comparazione tra il senso che diamo alle cose e quello che il nostro interlocutore dà ad esse.
Come si vede l’orizzonte è vasto e tende progressivamente ad allargarsi, per cui si può parlare di tutta una serie di implicazioni inerenti e conseguenti il fatto preghiera. E parlarne interessa tutti coloro che hanno in comune gli stessi problemi e cercano chiarezza, rassicurazioni e risposte dall’esperienza propria, o si avvantaggiano dell’esperienza di altri che prendono, come in questo caso, l’iniziativa del discorso.Una nuova introduzione alla preghiera, che parte dagli stati d’animo e dalle situazioni concrete di ogni giorno: “non ho mai tempo…”; “perché il Signore non mi ascolta ?”; “prego, ma mi distraggo”.
Con un linguaggio scorrevole, l’Autore offre in queste pagine spunti di riflessione, metodi e suggerimenti per alimentare il proprio rapporto con Dio.